Fondata dai Romani sul fiume Rodano, Arles conserva intatto tutto il fascino e i colori di un tempo perduto. I turisti indugiano nei caffè colorati, che hanno ispirato tra i più celebri quadri di Van Gogh (che qui visse a lungo) e passeggiano sul lungo fiume, romantico al tramonto.
Girovagando per il centro potrete scorgere antiche case dalle facciate scrostate, piazzette affollate che si animano durante le feste e monumenti di pietra bianca che riluccica sotto il caldo sole estivo.
Questa languida cittadina può essere considerata il punto di partenza per visitare la Camargue, un angolo di natura selvaggia e incontaminata, che alterna paludi, spiagge battute dai venti e saline colorate, dove potrete ammirare magnifici fenicotteri rosa e indomiti cavalli selvatici.
Con il suo fascino dalle note gitane e i suoi colori provenzali, Arles incanta i suoi visitatori, che rimangono stregati dagli scorci pittoreschi.
Le suggestive strade di Arles vi proietteranno magicamente in un quadro di Van Gogh: angoli suggestivi, incantevoli bistrot all’ombra dei platani, dove si respira l’atmosfera del periodo impressionista, il lungo Rodano romantico al tramonto, le viuzze nascoste, i resti dell’antica città romana.
Questo splendido esempio di anfiteatro romano si trova nel cuore del centro storico, in una piazza circolare che segue la sua forma. E’ infatti circondato da antiche dimore con le persiane colorate: un colpo d’occhio che vi lascerà senza parole.
Con i suoi 136 metri di lunghezza e 107 metri di larghezza, la sua forma ovale caratterizzata da due livelli e i suoi 60 archi, sembra un Colosseo in miniatura, di rara bellezza e in perfetto stato di conservazione.
Al tempo dell’Impero Romano qui si svolgevano le corse con le bighe e le lotte fra gladiatori. Oggi è diventato il luogo cittadino dedicato ai concerti, agli spettacoli e anche alle corride, che animano la città attirando fino a 12.000 spettatori: gli abitanti del posto e i turisti accorrono per assistere a due tipologie di corride: la tauromachie, dette anche corride carmaguesi, dove il toro non viene ucciso e il combattimento fra uomo e animale è solamente simbolico e le corridas, in stile spagnolo, dove alla fine il povero toro ne esce tristemente abbattuto.
Per secoli ma soprattutto nel Medioevo, questo antico teatro romano è stato utilizzato come cava per la costruzione della città. A causa di questo terribile saccheggio, oggi rimangono poche vestigia visitabili, tra cui le antiche gradinate e solamente due colonne, che appartenevano alla scena e alcuni mosaici sul pavimento dell’orchestra.
Dopo aver visto l’anfiteatro potreste rimanerne delusi ma il Teatro Romano offre il meglio di sé quando ospita la programmazione teatrale e musicale estiva della città, diventando un palcoscenico affascinante e suggestivo.
E’ indubbiamente una delle piazze più scenografiche di Arles. Questa grande area pedonale abbraccia alcuni degli edifici e dei monumenti più importanti della città: l’Hotel de Ville, la cattedrale Saint-Trophime, la chiesa di Sant’Anna e un imponente obelisco egizio costruito in granito.
Quando il sole batte sulla piazza, si capisce molto bene come l’accecante luce provenzale abbia stregato così tanti pittori impressionisti: fa brillare il bianco candido della pietra con cui sono state costruite le case e accende tutti i colori circostanti.
Questa meravigliosa chiesa è un vero gioiello dell’arte romanica provenzale. Nelle assolate mattine estive la pietra bianca illumina tutta la piazza e mette in risalto il superbo portale finemente scolpito con un’elaborata scena biblica, il Giudizio Universale.
Soffermatevi ad osservare i dettagli finemente scolpiti e potrete individuare una pluralità di soggetti che incarnano i diversi esiti del Giudizio Universale: accanto a figure nude e incatenate, che vengono trascinate verso le porte dell’inferno, ci sono angeli che suonano le trombe e i beati che ascendono verso il paradiso, sotto forma di algide donne.
Non perdete anche il Chiostro, inserito dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Passeggiando sotto i portici, dalle cui colonne filtra incantevole la luce, lo stile romanico e gotico si fondono in maniera armoniosa creando un insieme unico nel suo genere in tutta la Provenza.
A pochi chilometri a nord di Arles c’è un luogo davvero unico, immerso in una natura lussureggiante, scandito solo dal frinire delle cicale: un’abbazia fortezza che si staglia su un colle e che racchiude uno dei chiostri più belli della Provenza, ritratto più volte da Van Gogh.
Fondata nel 948 d.c. l’abbazia condensa al suo interno ben otto secoli di architettura monastica con una fusione armoniosa di stile romanico, gotico e classico. Il complesso è molto grande e articolato: comprende la Chiesa di Notre-Dame, in parte incompiuta e caratterizzata dal fascino dei luoghi senza tempo, il romitaggio di San Pietro, l’edificio più antico del complesso con forme preromaniche e il magnifico chiostro finemente scolpito. Nei suoi ricami si può ammirare un universo di figure demoniache, inquietanti e mostruose che si mescolano a scene profane di animali domestici e a quelle che attingono all’immaginario fantastico come tarasche, dragoni e chimere. Un vero gioiello di arte romanica e gotica.
Sotto la piazza della cattedrale, si cela un immenso quadrilatero sotterraneo di colonnati romani. Questo enorme forum era adibito a magazzino del grano e si scorgono ancora le zone usate come negozi, le condutture d’acqua e le fognature.
Una visita insolita quanto affascinante, ideale nelle torride giornate estive, per trovare un pò di refrigerio ma sconsigliata a chi soffre di claustrofobia.
Per approfondire la storia di Arles nell’antichità e in particolare durante il periodo dell’Impero Romano, vi consigliamo di fare una visita al Museo di Arles antica, una tappa da non perdere per tutti gli appassionati di arte e archeologia.
Il museo vanta una collezione di 30.000 pezzi originali, di cui solamente 18.000 sono esposti al pubblico a rotazione. Potrete ammirare sarcofagi, statue, oggetti di vita quotidiana di epoca romana e magnifici mosaici perfettamente conservati.
La storia di Arles è fortemente intrecciata a quella di un grande personaggio della pittura impressionista, Vincent Van Gogh, che trascorse in Provenza alcuni anni della sua vita, prima che la malattia lo consumasse definitivamente.
Fu proprio ad Arles che dipinse alcune delle sue opere più famose come I girasoli, La sedia e Il café la nuit. Stregato dai colori, dalla luce e dai paesaggi della Provenza, incantato dai campi assolati che circondano la città, purtroppo l’artista olandese non trovò pace nemmeno grazie alla compagnia dell’amico Paul Gauguin. La sua salute mentale peggiorò sensibilmente, fino a sfociare nell’episodio di autolesionismo che portò Van Gogh a tagliarsi un orecchio e ad ricoverarsi di sua spontanea volontà prima ad Arles e poi a Nimes.
Gli amanti della pittura di Van Gogh potranno ripercorrere le tappe della sua permanenza ad Arles, visitando alcuni angoli pittoreschi che hanno animato le sue opere più significative. Purtroppo delle 300 opere che l’artista dipinse in questo angolo di Provenza, non ne è rimasta nemmeno una in città.
Il nostro giro per i luoghi di Van Gogh non può che iniziare da qui: il tormentato pittore olandese amava molto questo caffè dai colori accesi che si affaccia su Place du Forum, una tipica e squisita piazzetta provenzale all’ombra di grandi platani. Al centro della piazza si erge la statua di Frédéric Mistral, il poeta francese insignito del premio Nobel nel 1904.
Fu proprio ai tavolini di questo bar che Van Gogh litigò con l’amico Paul Gauguin, tirandogli un bicchiere. Qui Van Gogh sedeva spesso, osservando la vita attorno a sé e traendo ispirazione. Infatti immortalò l’esterno di questo caffè nel quadro Terrazza del caffè all’aperto, e il suo interno dell’epoca, desolato e solitario, in un altro quadro, Caffè di notte.
Alle porte della città di Arles si trova un altro iconico scorcio delle opere di Van Gogh, Il ponte di Langlois, di cui si trovano cinque versioni, in cui l’artista ha giocato con le variazioni di prospettiva, luce e colore.
Questo piccolo ponte fu scelto dall’artista per il suo contesto naturalistico. Infatti lo scorcio spiccava per l’intenso blu del cielo e il giallo del sole e dei campi di grano: questi elementi gli ricordavano la somiglianza con alcuni paesaggi giapponesi da cui l’artista era particolarmente attratto, pur non essendoci mai stato. L’influenza dell’arte e delle stampe giapponesi in Van Gogh fu consistente e ritroviamo delle somiglianze con Acquazzone Improvviso Sul Ponte Ōhashi Ad Atake di Ichiryusai Hiroshige.
Per motivi di restauro il ponte venne spostato dopo la seconda guerra mondiale, a 3 km di distanza dal punto esatto originale e oggi si trova sul canale che collega Arles a Port-de-Bouc. Vi avvisiamo che è alquanto difficile da trovare: vi conviene chiedere informazioni dettagliate sul punto esatto presso l’ufficio del turismo.
Su questa piazza si affaccia una casa lilla, un tempo tinteggiata di giallo. Questo edificio fu immortalato da Van Gogh nel dipinto La casa gialla: fu proprio qui che visse, dividendo l’affitto con l’amico Paul Gauguin e al cui interno si trovava la famosa Camera di Vincent ad Arles, una delle sue opere più significative.
E’ proprio da questo punto preciso che Van Gogh dipinse uno dei suoi quadri più suggestivi, Notte stellata sul Rodano.
Durante le sue passeggiate notturne s’imbatté in questo scorcio sul fiume Rodano: da quel momento iniziò un lungo processo creativo, che portò alla produzione di diverse versioni dello stesso soggetto e numerosi bozzetti che spediva al fratello Théo. In questo quadro sublime si avverte come il pittore utilizzi i colori, la prospettiva e la luce delle stelle, per tradurre in immagini tutti i suoi turbamenti emotivi e le passioni che non riusciva a gestire razionalmente.
Il lungo Rodano è un luogo magico al tramonto: è davvero imperdibile passeggiare senza fretta sotto i lampioncini che si accendono piano piano e scegliere uno dei tanti ristorantini per cenare.
Un tempo si chiamava Hôtel-Dieu ed era l’ospedale principale di Arles, dove Van Gogh venne ricoverato tra dicembre 1888 e maggio 1889, dopo il taglio dell’orecchio. Durante la sua degenza, il pittore non smise mai la sua produzione pittorica e immortalò i giardini interni della struttura ne Il cortile dell’ospedale di Arles.
Negli anni ’90 il complesso è stato trasformato di uno spazio culturale cittadino e da allora il cortile interno è aperto al pubblico.
Questa grande e antica necropoli romana chiamata I campi Elisi, fu il luogo di sepoltura ai tempi dei Galli e dei Romani prima e successivamente anche del Medioevo.
Era una tappa fissa dei pellegrini lungo il cammino verso Santiago de Compostela ed era considerato uno dei luoghi più sacri di tutta Europa. La sua decadenza e rovina iniziò quando i monaci iniziarono a riutilizzare i marmi delle tombe e delle lapidi per costruire nuove chiese e luoghi sacri, dando vita ad un vero e proprio saccheggio.
Questo grande complesso che comprende il Viale dei Sarcofagi e la Chiesa di Saint Honorat ha però mantenuto vivo un fascino decadente e malinconico, in cui i simboli della morte e della natura convivono mestamente. Il suo aspetto suggestivo non poteva non attrarre Van Gogh, che si recava in questi luoghi a meditare in autunno, nel momento di massimo raccoglimento della natura. Da queste passeggiate è nato Les Alyscamps, un quadro del 1888.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.
Per tutti coloro che intendono fare una visita approfondita della città, potrebbe essere conveniente acquistare l’Arles City Pass, disponibile in due versioni.
L’Advantage Pass è valido per 6 mesi e include l’accesso a l’Anfiteatro, gli Alyscamps, il chiostro di Saint-Trophime, i bagni termali di Costantino, l’antico teatro, i criptoportici, il museo Réattu, il museo di Arles antica, e quello della Camargue.
Invece il Liberty Pass, valido per 1 mese, permette l’accesso a 4 monumenti a scelta fra l’Anfiteatro, gli Alyscamps, il chiostro di Saint-Trophime, i bagni termali di Costantino, i criptoportici e l’antico teatro e 1 museo a piacere fra il museo di Arles Antique, il museo della Camargue e il museo Réattu.
I biglietti sono acquistabili presso l’ufficio del turismo di Arles o uno dei musei e monumenti citati.
La città di Arles si anima durante alcuni eventi annuali che richiamano turisti e visitatori. Da Pasqua a settembre è un susseguirsi di ferias, gli eventi che scandiscono la stagione taurina: arrivano in migliaia per ammirare lo spettacolo dei tori e celebrare il ritorno del culto pagano. Tutta la città si trasforma in un immenso fiume di gente con ambulanti, orchestre e bancarelle che affollano le vie del centro. Obbligatoria la prenotazione di una sistemazione alberghiera perché si registra il tutto esaurito.
Uno degli appuntamenti più attesi è sicuramente la Feria di Pasqua: presso l’Anfiteatro romano si svolgono sia le courses camarguaises, le competizioni non cruente, sia le corride vere e proprie, due tipologie radicate nella cultura provenzale e molto amate entrambe dalla popolazione.
Gli altri eventi da non perdere sono le feste tradizionali, legate alla cultura popolare. Primo fra tutti Il giorno dei Guardians, ovvero i mandriani che sorvegliano i tori e i cavalli che vivono in semi-libertà.
Durante questa giornata i guardiani sfilano per la città, verso la Chiesa del Maggiore, sede della loro confraternita dedicata a Saint-Georges. Qui si svolge la benedizione in chiesa, viene eletto un nuovo capitano della Confraternita dei Guardiani e ogni tre anni si elegge la nuova regina di Arles.
La giornata si conclude con un grande spettacolo nell’arena di Arles, dove i mandriani e i loro cavalli competono in audacia e destrezza durante i giochi.
Il Pegoulado è un’antichissima tradizione della Provenza. Durante la sera, gli abitanti di Arles sfilano in abiti tradizionali alla luce dei “pegos” (lanterne) e al suono di fiches e galoubet. Durante questa parata notturna vengono eseguite le danze della tradizione apprese dagli anziani.
La sfilata termina nell’arena per una grande Farandole. Il Pégoulado si svolge il venerdì prima della Festa in Costume e riunisce più di mille partecipanti.
Il Festival del costume è un appuntamento molto sentito che si svolge la prima domenica di luglio. Gli abitanti della città indossano i loro costumi tradizionali più belli e dopo aver sfilato nel sole estivo, i partecipanti e gli spettatori s’incontrano nell’antico teatro per celebrare la regina di Arles e le sue damigelle.
Alla fine del pomeriggio, si svolge un grande spettacolo provenzale di onore alla regina con tanto di corrida, giochi dei guardians, balli e corsa della Camargue.
Quando l’estate volge al termine, si assiste alla Festa del Riso: mentre il raccolto è in pieno svolgimento, Arles celebra questo cereale coltivato in tutto il mondo. Quartieri, villaggi, associazioni e famiglie sono impegnati nella preparazione della festa, addobbano le strade della città e sfilano con carri allegorici.
Perché il riso è così importante in Camargue e ad Arles? Il riso non è solo un cereale, ma ha modellato la regione rendendo fertile la terra. La sua coltivazione è quindi necessaria in Camargue, in quanto l’approvvigionamento di acqua dolce dal Rodano, contribuisce a mantenere l’equilibrio ecologico tra sale e terreni morbidi, indispensabili per la diversità della flora e della fauna.
Durante la Feria di Pasqua, il Pegoulado, il Festival del Costume e la Festa del Riso si assiste alla massima concentrazione di visitatori, che arrivano da tutta Europa per vivere la magia delle feste tradizionali. In questi periodi occorre prenotare con largo anticipo, per accedere alle tariffe più vantaggiose.
Il centro storico di Arles è ovviamente il posto più esclusivo e pittoresco per trovare un alloggio. Per lo stesso motivo è anche il più caro e lussuoso.
Le soluzioni economiche si trovano al di là del fiume, oltrepassando il ponte di Trinquetaille: siamo nei Quais du Rhone. La zona è molto tranquilla e passeggiare la sera lungo il Rodano, vi farà sentire come in quadro di Van Gogh.
Per assaporare tutta l’atmosfera provenzale, a metà fra cultura francese, spagnola e gitana, occorre dirigersi nel quartiere de La Roquette: vi troverete immersi in un labirinto di vicoli stretti dalle case colorate e da antichi palazzi decadenti. Nei bar incontrerete molti volti segnati dal tempo, di chiara matrice zingara. Qui si trova la vera anima di Arles, lontano dai turisti e dai ristoranti trappola per stranieri.
Arles si trova ai confini della Camargue, molto vicino all’Occitania: per raggiungerla in aereo, lo scalo più comodo e vicino è sicuramente l’aeroporto di Marsiglia. Da qui potete noleggiare un’auto e proseguire il viaggio fino ad Arles.
La cittadina di Arles dista circa 1 ora da Marsiglia, seguendo la A7, 2 ore e 40 minuti da Nizza, dove si trova il secondo aeroporto più vicino, raggiungibile con l’autostrada A8.
Se invece avete deciso di raggiungere Arles in macchina direttamente dall’Italia, dovrete mettere in conto circa 6 ore da Genova: in questo caso dovrete percorrere prima l’Autostrada dei Fiori in Liguria e poi l’Autoroute du Soleil, l’Autostrada del Sole francese, che passa dalla Costa Azzurra e conduce in Provenza.
Se invece provenite da Milano, occorrono circa 6 ore e 40 o 5 ore e 20 minuti da Torino, passando dal confine del Monginevro.
Vi ricordiamo che i pedaggi autostradali sono molto frequenti in Francia, anche a distanza di pochi chilometri. Prestate attenzione alla scelta delle corsie riservate alle carte di credito o ai contanti: in quest’ultimo caso, dovrete essere forniti di monetine e non banconote, da inserire negli appositi cestini. Noi vi consigliamo di evitate le autostrade, per ammirare panorami più scenografici seguendo percorsi alternativi.
Trenitalia mette a disposizione un treno notturno chiamato Riviera, che collega Nizza con Napoli, Roma, Firenze, Pisa e Venezia. Una volta a Nizza occorre proseguire con un treno regionale SNCF.
Che tempo fa a Arles? Di seguito le temperature e le previsioni meteo a Arles nei prossimi giorni.
Quelli che seguono sono i biglietti e i tour più richiesti a Arles che vi consigliamo di non perdere.
La città di Arles si trova incastonata fra le oasi naturalistiche della Camargue e i borghi pittoreschi del massiccio de Les Alpilles. La sua posizione strategica la rende perfetta per scoprire ed esplorare le diverse anime della Provenza, divisa fra mare e montagna.